Ai lavoratori “Idrobase†un bonus per acquisti Made in Italy
«Il successo della nostra azienda, soprattutto in questo periodo caratterizzato dalle difficoltà della pandemia – tiene a sottolineare Bruno Ferrarese, Co-presidente di Idrobase Group – è frutto di un grande impegno collettivo e del lavoro di squadra. Per questo, assieme al mio socio, Bruno Gazzignato, abbiamo deciso di gratificare i dipendenti con un bonus, finalizzato però al sostegno dell’economia locale e nazionale: servirà ad acquistare solo prodotti Made in Italy, privilegiando i negozi al dettaglio e del territorio. Nel nostro piccolo, l’impegno è di contribuire al rilancio dell’economia locale. Invitiamo altre aziende che, come noi non hanno risentito della pandemia, a fare altrettanto, perché la ripresa, dell’Italia passa attraverso lo sforzo responsabile di tutti».
È di questi giorni, in Idrobase Group, il lancio di un nuovo prodotto della linea BKM destinato ad autobus e treni, grazie all’alimentazione a corrente continua 12 volt; nuovo anche il design per distinguersi dalle molte imitazioni presenti sul mercato. Tali macchinari, adattando una tecnologia NASA utilizzata nelle stazioni spaziali, emettono una coltre di ossidanti, che attacca e distrugge i virus presenti, tra cui il Covid-19.
In queste settimane, la sede aziendale di Borgoricco è diventata un quartier generale della lotta industriale al Coronavirus: dall’Europa alla Cina, dal Marocco agli Emirati Arabi Uniti, dall’Algeria alla Korea. Non a caso è annunciata, nei prossimi giorni, la presentazione di uno specifico catalogo anti-Covid 19, in cui sarà presente anche la più recente idea targata Idrobase Group: archi gonfiabili sanificatori da posizionare all’ingresso degli stabilimenti balneari.
«È di questi giorni, da parte del Ministero della Sanità , la classificazione, come presidio medico chirurgico, di un nostro prodotto disinfettante, che potrà essere utilizzato, attraverso nebulizzazione, per sanificare persone ed i loro indumenti. Così, l’Italia si adegua alle nuove, indispensabili frontiere igienico-sanitarie anche per i luoghi all’aperto. Il rischio – conclude Bruno Ferrarese – era che, soprattutto nel settore turistico, si venisse superati dall’immagine di sicurezza dai contagi, offerta da altri Paesi».