La filosofia africana. Incontri e prospettive
È’ possibile aggettivare e qualificare la filosofia geograficamente come filosofia europea, filosofia nord-americana, filosofia orientale, filosofia africana? Ammettere l’esistenza di una filosofia africana sembra implicare inevitabilmente che non esista verità filosofica in senso assoluto, ma piuttosto verità storiche, relative ai contesti storico-linguistico-culturali.
A partire dalla metà del secolo scorso, inizia infatti un articolato dibattito sull’esistenza o meno di qualcosa come una “filosofia africana†o un “pensiero filosofico africanoâ€, che vede protagonisti non solo – e, all’inizio, non innanzitutto – filosofi, ma teologi, politici e antropologi africani ed europei. Sulla questione si gioca, da un lato, la possibilità di riscatto e riconoscimento di un intero popolo, martoriato e dall’altro il dibattito si innesta in quel clima di crisi delle certezze, “relativizzazioniâ€, abbattimento degli idoli, di messa in discussione dei modelli precostituiti che hanno fatto barcollare le basi stesse della filosofia non più vista come universale, ma semplicemente come politicamente, storicamente e culturalmente egemonica.
Quale può essere la nota caratterizzante il pensiero africano una volta liberatosi della “mentalità coloniale†che lo ha tenuto ostaggio? Come mediare tradizioni africane e modernità che travalicano i confini continentali? Come pensare assieme l’universalità della filosofia e il radicamento del filosofo nello spazio e nel tempo, nella storia in cui lavora? A queste domande sono invitati a rispondere studiosi africani ed europei per dialogare e confrontarsi sulle questioni del relativismo e dell’universalismo, sui limiti (geografici, storici, culturali) della filosofia, sulle relazioni tra filosofia e antropologia (africanista, ma anche generale), sulla costruzione della nostra idea di Africa e sulle prospettive che dischiude la presenza attiva di filosofi africani nel dibattito filosofico contemporaneo.