La Rai ci riprova: canone per videosorveglianza e computer
Il Presidente di Confartigianato Imprese Veneto Giuseppe Sbalchiero grida allo scandalo.
“Dopo il chiarimento emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico del 2012, fortemente sollecitato anche da Confartigianato: chi non detiene “apparecchi atti o adattabili – quindi muniti di sintonizzatore – alla ricezione delle trasmissioni televisive†in definitiva non è tenuto a pagare il canone, non si capisce a che titolo arrivano certe richieste.
Vogliono farci pagare il canone speciale per il fatto che abbiamo computer portatili o addirittura le telecamere di videosorveglianza. Il dubbio è che la Rai, in difficoltà per il taglio di 150 milioni di euro chiesto dal governo, provi a fare un cassa con un sistema dal metodo molto dubbio, spedendo le cartelline da 407 euro anche ad aziende, professionisti, lavoratori autonomi etc…â€
â€Sono centinaia le telefonate che in queste ore stiamo ricevendo da piccoli imprenditori e artigiani: carrozzieri, calzolai, acconciatori, titolari di istituti di bellezza o tintorie ma anche installatori di impianti o aziende di metalmeccanica -prosegue Sbalchiero-.
Le nostre aziende hanno pc, tablet, telecamere per la sicurezza ma, nella maggior parte dei casi, non hanno alcuno strumento per ricevere la tv. Eppure hanno ricevuto a tappeto il bollettinoâ€.
“La nuova richiesta Rai è fuori legge –chiosa il Presidente- visto che non sono intervenute modifiche alle norme in atto rafforzate dai numerosi pareri in nostro possesso emanati dal Ministero dello Sviluppo Economico.
Tale comportamento invasivo e insistente della RAI peraltro, è oltremodo deplorevole in quanto probabilmente concepito per fiaccare la resistenza delle imprese e indurle a pagare pur non essendo tenute a farlo, per il solo desiderio di non incorrere in problemi ulteriori tipo accertamenti e more aggiuntiveâ€.
“Rassicuriamo gli imprenditori –precisa Sbalchiero- che nulla è cambiato rispetto a due anni fa e che pertanto l’obbligo rimane in vigore solo per quegli strumenti che possono ricevere le trasmissioni radiotelevisive in quanto dotati di relativo sintonizzatore.
Consigliamo, pertanto, di rispondere a mezzo raccomandata a/r utilizzando il fac-simile di lettera predisposto (e disponibile in tutte le sedi di Confartigianato) includendo nella busta la cartolina preaffrancata ricevuta compilandola, nello spazio “eventuali altre comunicazioniâ€, con la seguente dicitura: “L’azienda non è in possesso di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di segnali radiotv. Le aziende che hanno già provveduto negli anni passati in tal senso, possono ignorare ulteriori sollecitiâ€.
“Siamo determinati – conclude Sbalchiero – ad andare in fondo al problema per eliminare questo assurdo e ulteriore balzello, disposti pure ad azioni eclatanti se ce ne fosse bisogno come ad esempio, adire a vie legali contro la televisione di Stato. â€
Fonte: Confartigianato Imprese Veneto