Anbi: modenese, ci vuole tempo per normalizzare
“La rabbia di chi subisce un’alluvione ed ai quali siamo umanamente vicini è comprensibile, ma vorremmo si trasformasse nella richiesta pressante dei finanziamenti necessari a quegli interventi, che da anni chiediamo e che, ancora una volta, riassumeremo nel Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, che presenteremo a Febbraio. Non vogliamo entrare nella consueta querelle sulle responsabilità , anche se ricordiamo che la competenza dei Consorzi di bonifica è sulla rete idraulica minore e non sui grandi fiumi; vogliamo, però, evidenziare che, in casi come la rotta del Secchia, la rete di bonifica è anch’essa vittima di una situazione d’emergenza, vedendosi travolta da una massa d’acqua, impossibile da reggere. Nel caso, il canale Vallicella e l’idrovora Santa Bianca hanno svolto e stanno svolgendo la loro funzione, ma subiscono, al pari del resto del territorio, l’incedere delle acque fuoriuscite dall’alveo del Secchia e le difficoltà a farle defluire, causa la piena anche del fiume Panaro. Ora che la rotta è stata chiusa, serve inevitabilmente tempo per prosciugare un territorio invaso da una grande massa d’acqua. Di fronte ad eventi eccezionali, la cui violenza è conseguenza di cambiamenti climatici ormai acclarati, servono quegli interventi strutturali, che chiediamo da tempo e che in Emilia Romagna necessitano di finanziamenti per quasi un miliardo. In assenza di un piano pluriennale di interventi il territorio modenese, come il resto d’Italia, accentua la propria fragilità , aumentando il rischio per le comunità e le loro attività economiche.â€